Don Luigi Orione, prete piemontese, dedica la sua vita alle opere di solidarietà e alla educazione civile e cristiana della gioventù.

La sua biografia è ricchissima di avvenimenti. Qui forniamo solo poche pietre miliari del suo percorso umano e spirituale.

Nasce nel 1872 a Pontecurone (AL) da famiglia di modeste condizioni economiche. Il padre, ex garibaldino, è selciatore di strade. La madre, donna dal carattere forte e pio allo stesso tempo, è casalinga.

Da ragazzo Luigi frequenta l’oratorio di Don Bosco a Valdocco. Dal grande santo torinese eredita l’amore ai giovani e la passione per la loro formazione civile e cristiana. Nel breve periodo di permanenza a Torino, viene in contatto ed è affascinato anche della grande opera di carità fondata da un altro santo: Don Giuseppe Benedetto Cottolengo. Appunto il nome del Cottolengo verrà utilizzato in futuro da Don Orione per indicare le sue variegate opere di carità.

All’età di 20 anni, non ancora sacerdote, Orione apre un collegio per ragazzi poveri a Tortona. E’ il primo precoce segno della fecondità della sua opera.

Nel 1908 un terribile terremoto colpì Messina e Reggio Calabria. Il sisma provocò 120.00 vittime e lasciò due città devastate. Don Orione fu tra i primi coraggiosi soccorritori.

La stessa immediata generosità ebbe in seguito al terremoto della Marsica del 1915, che rase al suolo interi paesi provocando 32.000 morti. Lo scrittore Ignazio Silone, rimasto orfano in quel cataclisma, nel libro autobiografico “Uscita di sicurezza” ebbe modo di immortalare la straordinaria figura di quello “strano prete” che si aggirava per le macerie, scavando, consolando, raccogliendo bambini orfani da trasportare nei suoi istituti.

La tempra missionaria di Don Orione lo portò, in due successivi viaggi, a trascorrere qualche anno nel Sud-America, tra Brasile, Argentina, Cile, Uruguay. Anche lì ebbe modo di esprimere la sua eccezionale vitalità, aprendo istituti scolastici per ragazzi poveri, opere di carità per disabili fisici e mentali, case per orfani e ragazzi coinvolti in esperienze di delinquenza minorile. Ancora oggi il Piccolo Cottolengo Argentino, da lui fondato, è conosciuto in tutto il paese ed è stato meta di frequenti visite da parte di Papa Francesco quando era cardinale di Buenos Aires.

Tornato in Italia, Don Orione morì a Sanremo la sera del 12 marzo del 1940. I giorni successivi, prima delle esequie avvenute a Tortona, si trasformarono in un trionfo resogli dal popolo che lo venerava già come un santo. Il 16 maggio del 2004, Giovanni Paolo II, lo canonizzava ufficialmente in una Piazza San Pietro gremita di fedeli.