Martedì 12 maggio, ore 12

LETTERA AI FAMILIARI e COLLABORATORI

9^ informativa su COVID-19

 Cari amici, rieccomi a voi per un breve aggiornamento sulla situazione del Piccolo Cottolengo.
Vi avevo parlato la volta scorsa di un piccolo barlume intravisto al termine del tunnel. Oggi sembrerebbe che quella luce sia più vicina. Siamo ben lontani dall’essere usciti dall’emergenza, tuttavia l’impressione è che la fase più acuta della crisi legata al COVID-19 sia alle spalle.

Non entro nella descrizione dettagliata dei singoli nuclei, come ho fatto altre volte, anche perché la situazione non ha registrato in questo periodo sostanziali mutamenti.

Tutti i nuclei RSD e il CSS sono COVID-negativi. Ad essi si aggiungono i tre nuclei RSA del padiglione Don Sterpi, il Suor Marziana, il Montini, il Mater Dei azzurro, una parte del Suor Barbara 2 e metà nucleo della Riabilitazione.

Abbiamo concentrato invece gli ospiti COVID-positivi nel Suor Barbara 1, una parte del Suor Barbara 2, Mater Dei arancio e metà Riabilitazione.

In questo periodo, oltre allo sforzo di mantener la negatività dove è già presente, il nostro personale sanitario si è impegnato nella cura degli ospiti positivi, trattando non solo le patologie ordinarie ma anche quella da contaminazione coronavirus.

Ieri sono stati fatti i tamponi ai degenti della Riabilitazione e in questi giorni toccherà agli ospiti dei nuclei COVID-positivi. Inutile dire che la nostra speranza è quella di registrare altre guarigioni.

Credo di essere in grado, già dalla prossima comunicazione, di informarvi sugli esiti

Posso comunque dire che la situazione generale al Piccolo Cottolengo si presenta oggi abbastanza confortante, perché gli ospiti positivi (salvo un paio di eccezioni) non mostrano particolari sofferenze, mentre gli altri ospiti sono nelle loro condizioni ordinarie, con delle patologie pregresse (o con l’età avanzata) che nulla hanno a che fare con il virus.

 Il rientro dei nostri dipendenti al lavoro permane invece problematico. L’aiuto ricevuto da due infermieri della Protezione Civile ha avuto termine e l’ATS, che dovrebbe condurre le procedure dei tamponi per i rientri di tutti i lavoratori in malattia in RSA, RSD e  Ospedali, si trova davanti a numeri elevatissimi da gestire. Quindi le operazioni vanno a rilento.

Ci stiamo organizzando con due nostri infermieri che possano effettuare i tamponi a domicilio. Questo potrebbe velocizzare le operazioni di rientro, anche se, momentaneamente, dovremo distaccarli dal loro servizio nei nuclei. La coperta è corta, ma cerchiamo di tirarla dalla parte dove ci sembra maggiore il bisogno.

 Noi sacerdoti per professione o, meglio, per vocazione, siamo abituati a consigliare agli altri la pazienza, spiegando che è la virtù dei forti. Adesso tocca anche a me praticarla in questo periodo di quarantena che si prolunga. E’ però un piccolo sacrificio rispetto a quello dei nostri ospiti che non possono uscire dai loro nuclei ormai da un paio di mesi. Ed essi hanno davvero pochi strumenti per elaborare una situazione così penalizzante.

Li affido ogni mattina alla protezione di Don Orione che ha fondato il Piccolo Cottolengo proprio con l’intento di portare aiuto e sollievo alle persone più fragili. Finora pare che abbia ascoltato le nostre invocazioni, dal momento che questa sua Opera sta resistendo al mare in burrasca con un numero limitato di perdite. In marzo eravamo nella media degli anni precedenti. In aprile, come vi ho detto, il virus ha lasciato il segno su una quindicina persone che presentavano età avanzata e patologie pregresse. Nel mese di maggio stiamo tornando ad una situazione di normalità. Abbiamo perso due ospiti.

Ogni decesso per noi è un lutto che condividiamo con la famiglia, perché ci sentiamo parte di essa. Ma sappiamo che la vita ha un termine e quella “eterna”, almeno per chi crede, passa attraverso la morte biologica. Don Orione Diceva “Vorrei dare assieme al pane per il corpo anche il divino balsamo della fede”. Sulle sue orme noi facciamo ogni sforzo per servire la vita fragile perché è preziosa, ma dopo aver fatto tutto quello che è in nostro potere, ci abbandoniamo con fiducia alle promesse di Gesù Risorto.

Cambiamo argomento per aprirne uno che vi sta particolarmente a cuore. Per quanto riguarda la possibilità di visite da parte dei familiari, il tempo non è ancora maturo. Non possiamo compromettere l’impegno durato molte settimane a tutela della salute degli ospiti e degli operatori, per voler bruciare le tappe. Naturalmente spero che l’incontro possa avvenire in tempi non lunghissimi. In quella fase dovremo studiare delle procedure di sicurezza che possano dare garanzie a tutti. Ma su questo vi daremo informazioni dettagliate quando arriverà il momento.

 Un cordiale saluto a tutti voi ed un augurio di bene.

 

                                                                                  Don Pierangelo Ondei, Direttore