Cari Amici, come ogni anno nel mese di maggio, gli amici dell'#OftalMilano saranno con noi per la recita del S. Rosario animato, che si terrà domenica 24 maggio
alle ore 16.00.
Potrete pregare insieme a noi collegandovi a Youtube digitando OFTALMilano. Vi aspettiamo!

 

 

 

Oggi, 16 maggio, ricorre l'anniversario della Canonizzazione di San Luigi Orione, nostro Fondatore.
Non possiamo festeggiarlo in modo solenne come gli altri anni, ma possiamo rivolgere a lui tutta la nostra devozione e la nostra riconoscenza per tutto l'amore che abbiamo ricevuto e continuiamo a ricevere grazie ai suoi insegnamenti, e lo facciamo recitando la sua preghiera:

O Santissima Trinità,
Padre, Figlio e spirito Santo,
Ti adoriamo e Ti ringraziamo
dell’immensa carità che hai diffuso
nel cuore di San Luigi Orione
e di averci dato in lui
l’apostolo della carità, il padre dei poveri,
il benefattore dell’umanità dolorante ed abbandonata.
Concedici di imitare l’amore ardente e generoso
che San Luigi Orione ha portato a Te,
alla cara Madonna, alla Chiesa,
al Papa, a tutti gli afflitti.
Per i suoi meriti e la sua intercessione,
concedici la grazia che ti domandiamo
per sperimentare la Tua Divina Provvidenza. Amen.

San Luigi Orione
Prega per noi

Don Luigi Orione, prete piemontese, dedica la sua vita alle opere di solidarietà e alla educazione civile e cristiana della gioventù.

La sua biografia è ricchissima di avvenimenti. Qui forniamo solo poche pietre miliari del suo percorso umano e spirituale.

Nasce nel 1872 a Pontecurone (AL) da famiglia di modeste condizioni economiche. Il padre, ex garibaldino, è selciatore di strade. La madre, donna dal carattere forte e pio allo stesso tempo, è casalinga.

Da ragazzo Luigi frequenta l’oratorio di Don Bosco a Valdocco. Dal grande santo torinese eredita l’amore ai giovani e la passione per la loro formazione civile e cristiana. Nel breve periodo di permanenza a Torino, viene in contatto ed è affascinato anche della grande opera di carità fondata da un altro santo: Don Giuseppe Benedetto Cottolengo. Appunto il nome del Cottolengo verrà utilizzato in futuro da Don Orione per indicare le sue variegate opere di carità.

All’età di 20 anni, non ancora sacerdote, Orione apre un collegio per ragazzi poveri a Tortona. E’ il primo precoce segno della fecondità della sua opera.

Nel 1908 un terribile terremoto colpì Messina e Reggio Calabria. Il sisma provocò 120.00 vittime e lasciò due città devastate. Don Orione fu tra i primi coraggiosi soccorritori.

La stessa immediata generosità ebbe in seguito al terremoto della Marsica del 1915, che rase al suolo interi paesi provocando 32.000 morti. Lo scrittore Ignazio Silone, rimasto orfano in quel cataclisma, nel libro autobiografico “Uscita di sicurezza” ebbe modo di immortalare la straordinaria figura di quello “strano prete” che si aggirava per le macerie, scavando, consolando, raccogliendo bambini orfani da trasportare nei suoi istituti.

La tempra missionaria di Don Orione lo portò, in due successivi viaggi, a trascorrere qualche anno nel Sud-America, tra Brasile, Argentina, Cile, Uruguay. Anche lì ebbe modo di esprimere la sua eccezionale vitalità, aprendo istituti scolastici per ragazzi poveri, opere di carità per disabili fisici e mentali, case per orfani e ragazzi coinvolti in esperienze di delinquenza minorile. Ancora oggi il Piccolo Cottolengo Argentino, da lui fondato, è conosciuto in tutto il paese ed è stato meta di frequenti visite da parte di Papa Francesco quando era cardinale di Buenos Aires.

Tornato in Italia, Don Orione morì a Sanremo la sera del 12 marzo del 1940. I giorni successivi, prima delle esequie avvenute a Tortona, si trasformarono in un trionfo resogli dal popolo che lo venerava già come un santo. Il 16 maggio del 2004, Giovanni Paolo II, lo canonizzava ufficialmente in una Piazza San Pietro gremita di fedeli.

 

 

 

 

Martedì 12 maggio, ore 12

LETTERA AI FAMILIARI e COLLABORATORI

9^ informativa su COVID-19

 Cari amici, rieccomi a voi per un breve aggiornamento sulla situazione del Piccolo Cottolengo.
Vi avevo parlato la volta scorsa di un piccolo barlume intravisto al termine del tunnel. Oggi sembrerebbe che quella luce sia più vicina. Siamo ben lontani dall’essere usciti dall’emergenza, tuttavia l’impressione è che la fase più acuta della crisi legata al COVID-19 sia alle spalle.

Non entro nella descrizione dettagliata dei singoli nuclei, come ho fatto altre volte, anche perché la situazione non ha registrato in questo periodo sostanziali mutamenti.

Tutti i nuclei RSD e il CSS sono COVID-negativi. Ad essi si aggiungono i tre nuclei RSA del padiglione Don Sterpi, il Suor Marziana, il Montini, il Mater Dei azzurro, una parte del Suor Barbara 2 e metà nucleo della Riabilitazione.

Abbiamo concentrato invece gli ospiti COVID-positivi nel Suor Barbara 1, una parte del Suor Barbara 2, Mater Dei arancio e metà Riabilitazione.

In questo periodo, oltre allo sforzo di mantener la negatività dove è già presente, il nostro personale sanitario si è impegnato nella cura degli ospiti positivi, trattando non solo le patologie ordinarie ma anche quella da contaminazione coronavirus.

Ieri sono stati fatti i tamponi ai degenti della Riabilitazione e in questi giorni toccherà agli ospiti dei nuclei COVID-positivi. Inutile dire che la nostra speranza è quella di registrare altre guarigioni.

Credo di essere in grado, già dalla prossima comunicazione, di informarvi sugli esiti

Posso comunque dire che la situazione generale al Piccolo Cottolengo si presenta oggi abbastanza confortante, perché gli ospiti positivi (salvo un paio di eccezioni) non mostrano particolari sofferenze, mentre gli altri ospiti sono nelle loro condizioni ordinarie, con delle patologie pregresse (o con l’età avanzata) che nulla hanno a che fare con il virus.

 Il rientro dei nostri dipendenti al lavoro permane invece problematico. L’aiuto ricevuto da due infermieri della Protezione Civile ha avuto termine e l’ATS, che dovrebbe condurre le procedure dei tamponi per i rientri di tutti i lavoratori in malattia in RSA, RSD e  Ospedali, si trova davanti a numeri elevatissimi da gestire. Quindi le operazioni vanno a rilento.

Ci stiamo organizzando con due nostri infermieri che possano effettuare i tamponi a domicilio. Questo potrebbe velocizzare le operazioni di rientro, anche se, momentaneamente, dovremo distaccarli dal loro servizio nei nuclei. La coperta è corta, ma cerchiamo di tirarla dalla parte dove ci sembra maggiore il bisogno.

 Noi sacerdoti per professione o, meglio, per vocazione, siamo abituati a consigliare agli altri la pazienza, spiegando che è la virtù dei forti. Adesso tocca anche a me praticarla in questo periodo di quarantena che si prolunga. E’ però un piccolo sacrificio rispetto a quello dei nostri ospiti che non possono uscire dai loro nuclei ormai da un paio di mesi. Ed essi hanno davvero pochi strumenti per elaborare una situazione così penalizzante.

Li affido ogni mattina alla protezione di Don Orione che ha fondato il Piccolo Cottolengo proprio con l’intento di portare aiuto e sollievo alle persone più fragili. Finora pare che abbia ascoltato le nostre invocazioni, dal momento che questa sua Opera sta resistendo al mare in burrasca con un numero limitato di perdite. In marzo eravamo nella media degli anni precedenti. In aprile, come vi ho detto, il virus ha lasciato il segno su una quindicina persone che presentavano età avanzata e patologie pregresse. Nel mese di maggio stiamo tornando ad una situazione di normalità. Abbiamo perso due ospiti.

Ogni decesso per noi è un lutto che condividiamo con la famiglia, perché ci sentiamo parte di essa. Ma sappiamo che la vita ha un termine e quella “eterna”, almeno per chi crede, passa attraverso la morte biologica. Don Orione Diceva “Vorrei dare assieme al pane per il corpo anche il divino balsamo della fede”. Sulle sue orme noi facciamo ogni sforzo per servire la vita fragile perché è preziosa, ma dopo aver fatto tutto quello che è in nostro potere, ci abbandoniamo con fiducia alle promesse di Gesù Risorto.

Cambiamo argomento per aprirne uno che vi sta particolarmente a cuore. Per quanto riguarda la possibilità di visite da parte dei familiari, il tempo non è ancora maturo. Non possiamo compromettere l’impegno durato molte settimane a tutela della salute degli ospiti e degli operatori, per voler bruciare le tappe. Naturalmente spero che l’incontro possa avvenire in tempi non lunghissimi. In quella fase dovremo studiare delle procedure di sicurezza che possano dare garanzie a tutti. Ma su questo vi daremo informazioni dettagliate quando arriverà il momento.

 Un cordiale saluto a tutti voi ed un augurio di bene.

 

                                                                                  Don Pierangelo Ondei, Direttore

 

 

 

 

Quando scende in campo l’amore per gli altri, la passione per il proprio lavoro, il senso di umana appartenenza, anche il Covid-19 fa un passo indietro.
Ne erano così sicuri al Piccolo Cottolengo Milanese che anche nei momenti più duri, non si sono mai arresi. Quando l’assenza forzata dei parenti e dei volontari stava per diventare motivo di tristezza, gli operatori si sono inventati di tutto perché il sorriso tanto caro a questa grande famiglia non mancasse mai.
Quando le mascherine non arrivavano si sono messi a cucirle. Quando gli operatori sanitari hanno cominciato a diventare sempre meno perché loro stessi o qualche congiunto erano stati colpiti dal coronavirus, il Direttore Don Pierangelo Ondei si è unito a chi era rimasto per  imboccare gli ospiti più fragili. Ma a un certo punto, per quanto il Dottor Roberto Marvasi, il Direttore Sanitario, e la sua équipe si facessero più che in quattro, senza operatori era difficile andare avanti. E senza aver fatto i tamponi, gli operatori non potevano tornare a lavorare.
Ecco che allora la Provvidenza ha cominciato a muovere qualche pedina.
A molti chilometri di distanza Luca e Gigliola,due infermieri del Sistema Sanitario Nazionale, decidevano ognuno per suo conto di rispondere all’appello della Protezione Civile per correre in soccorso delle zone più colpite dalla pandemia. Detto fatto… Ecco che Gigliola e Luca atterrano a Milano all’ATS dove il dottor Giorgio Ciconali li forma sull’esecuzione del tampone oro e naso-faringeo. Appena pronti hanno subito risposto alla richiesta di aiuto del Don Orione e, a partire dal giorno successivo, hanno iniziato la loro missione, inserendosi subito nella nuova grande famiglia.

  

 

 

I due infermieri della Provvidenza avrebbero dovuto eseguire i tamponi in struttura, ma gli operatori da "verificare" erano a casa, non in struttura.
Allora, grazie al coordinamento della Responsabile Generale dell’Ambulatorio Grazia Salerno, è stato pianificato un programma impeccabile per recarsi a casa di tutti i dipendenti assenti per malattia, al fine di velocizzarne il rientro. A portarli avanti e indietro, per tutta l’area metropolitana ci hanno pensato gli ineffabili Sacerdoti della Parrocchia di San Benedetto, improvvisatisi abili autisti alla guida del pullmino del don Orione.
Gigliola e Luca sono arrivati in viale Caterina da Forlì lunedì 20 aprile alle ore 15.00. Alle ore 17.00 erano già in marcia, protetti dalle tute bianche e dagli altri dispositivi necessari, verso il primo operatore della lunga lista.
In pochi giorni sono arrivati i primi esiti negativi dei tamponi e molti dipendenti hanno potuto finalmente rientrare in tutta sicurezza per prestare il loro servizio in favore degli ospiti.
La vita dei reparti, pur con tutte le precauzioni necessarie in pandemia, è ripresa con la serenità di sempre e due amici in più, preziosi doni della Divina Provvidenza. Come ha scritto don Pierangelo nella lettera di ringraziamento a Gigliola e a Luca “Il Vostro, è stato un servizio volontario, una risposta alla chiamata che dimostra come la Vostra non sia una semplice professione ma una Vocazione, vissuta con amore”.
In ricordo della famiglia orionina, ai bravi infermieri è stato lasciato in dono il libro e la medaglia di don Orione.

Grazie Gigliola! Grazie Luca!

 

   

 

Lunedì 4 maggio, Ore 20

LETTERA AI FAMILIARI e COLLABORATORI

8^ informativa su COVID-19

 

Cari amici,si intravede una luce in fondo al lungo tunnel che stiamo attraversando ormai da due interminabili mesi. Il paese è entrato nella Fase 2 con la ripresa di alcune attività produttive e sociali ritenute indispensabili.

Nelle residenze socio-assistenziali come la nostra, invece, non è possibile abbassare il livello di guardia. Tuttavia non mancano alcuni segni incoraggianti, a dimostrazione del fatto che la fase più acuta dell’emergenza si va piano piano attenuando. Ormai il servizio sanitario  pubblico, finita la grande criticità creatasi negli ospedali, incomincia a dedicare un po’ di attenzione anche alle residenze per anziani e disabili, precedentemente trascurate.

Rispetto alle informazioni che vi ho dato la settimana scorsa ci sono delle novità confortanti.

Abbiamo potuto eseguire un buon numero di tamponi naso-faringei agli ospiti dei nuclei che presentavano maggiori criticità. Questo ci ha consentito di giungere ad una visione più chiara in termini di conoscenza della positività o negatività al COVID-19. In base alle nuove rilevazioni, nella giornata di giovedì 30 aprile siamo stati finalmente in grado di costituire nuclei omogenei: gli ospiti positivi in settori separati da quelli negativi. Questa operazione consentirà un contenimento dell’epidemia ed una più adeguata gestione igienico sanitaria di ospiti ed ambienti, nonché un’applicazione di procedure adeguate alle diverse situazioni.

Dai tamponi effettuati nell’Area Disabili abbiamo rilevato  la presenza di 3 ospiti positivi in RSD e 4 in CSS. Erano asintomatici o paucisintomatici, quindi difficili da riconoscere. Sono stati prontamente trasferiti in altri reparti. Mentre 3 ospiti,  precedentemente positivi, si sono negativizzati.

Dal Suor Marziana e dal Suor Barbara 1 è emersa la confortante notizia che dei 30 ospiti positivi al tampone eseguito una ventina di giorni fa, ora risultano guariti in 17. Ciò ha permesso di trasferire temporaneamente tutti gli ospiti positivi nel nucleo Suor Barbara 1, mentre nel nucleo Suor Marziana vi sono ora solo esclusivamente ospiti risultati negativi.

Allo stato attuale, dopo i trasferimenti effettuati, tutti i reparti CSS e RSD sono COVID-negativi: Don Zanichelli, Suor Ada, Bassetti 1, Bassetti2 e Don Masiero.

Anche un’area della Riabilitazione (parte destra dall’ingresso) è tornata tutta negativa, mentre l’altra (parte sinistra) accoglie pazienti ancora positivi.

In tutti i nuclei è stata fatta nuovamente disinfezione da ditta specializzata per Covid-19.

Non è stato facile trasferire gli ospiti da un nucleo all’altro in base alla loro positività o negatività. Ci sono dei risvolti affettivi e psicologici importanti che entrano in gioco. Il nucleo in cui vivono da tempo è la loro casa, la loro attuale famiglia. E’ come se avessero ricevuto un ordine di sfratto ad essi difficilmente comprensibile. Ringrazio tutti gli operatori per la pazienza e le parole di convincimento che hanno saputo usare, spiegando che al più presto, appena terminata l’emergenza, tutti torneranno a casa.  

Da aggiungere alle aree non infettate dal virus  anche l’intero padiglione Don Sterpi, con i suoi tre nuclei di RSA. Qui il contagio non è mai arrivato e tutti gli sforzi sono volti a mantenere questa situazione. Quando qualche ospite presenta sintomi di varia natura viene  prontamente effettuato un tampone di controllo che sin ora ha  dato, per tutti, risultato negativo. Siamo in attesa dell’esito di altri quattro tamponi effettuati oggi.

Al Suor Barbara 1 è stato creato un nucleo per soli ospiti positivi. Aggiungo che sono tutti in buone condizioni di salute, tranne un paio che, per patologie pregresse non riconducibili al virus, sono in ossigenoterapia a basse dosi.

 

Per quanto riguarda il Suor Barbara 2, il Montini e il Mater Dei (azzurro e arancio), giovedì scorso (30/04/2020) si è potuto effettuare a tutti il secondo tampone per verificare l’esito delle terapie. Nella prima mattinata di oggi sono giunti i risultati. Al Mater Dei su 35 ospiti analizzati, sono risultati positivi in 18, e negativi in 17. Rispetto a tre settimane fa i positivi, che erano pressoché la totalità, ora sono dimezzati.

Ancora migliore il risultato ottenuto ai due nuclei Alzheimer, Suor Barbara 2 e Montini, dove i negativi sono 26 rispetto ai  6 positivi. Anche in questo caso siamo davanti ad una netta inversione di tendenza che ci gratifica e incoraggia.

I nostri medici, come di consueto, hanno già cominciato a mettersi in contatto con le singole famiglie per comunicare personalmente gli esiti del test. Li ringrazio ancora una volta per la competenza professionale e, ancor più, per l’attaccamento che mostrano ad ospiti e familiari.

Nella giornata di domani si procederà, dopo la disinfezione degli ambienti, a creare, anche in questo settore, nuclei omogenei. Il Montini diventerà un reparto per soli ospiti negativi. Il Suor Barbara 2 sarà suddiviso in due: metà area per negativi e, con uno spazio intermedio, metà area per ospiti positivi.

Il Mater Dei azzurro sarà un nucleo COVID-19 negativo, mentre il Mater Dei arancio ospiterà le persone positive. Due degli ospiti del Mater Dei sono da giorni ricoverati in ospedale. Uno di essi dovrebbe rientrare domani.

 

Veniamo ora ai nostri operatori.

Permane la direttiva del Servizio Sanitario Regionale di sottoporre alla prova del duplice tampone (a distanza di 48 ore) esclusivamente gli operatori che rientrano dalla malattia e non quelli in servizio. La scelta viene giustificata con la carenza di tamponi e la difficoltà dei laboratori ad analizzarne un numero elevato. Ci auguriamo che l’Amministrazione Pubblica dia i segni di efficienza che tutti ci attendiamo e sia in grado di porre rimedio al più presto a questa difficoltà.

 

Per quanto riguarda più specificamente il Don Orione, dopo che l’ATS aveva lentamente iniziato a convocare gli operatori per eseguire i tamponi in sede, dal 21 Aprile  l'esecuzione dei test abbiamo  potuto farla a domicilio,  grazie a due infermieri messi a nostra disposizione dalla Protezione Civile. Una tal forma di collaborazione è stata particolarmente utile a velocizzare i tempi di rientro ed è un modello che l’ATS di Milano vorrebbe riprodurre anche in altre strutture residenziali similari. Purtroppo con oggi i due infermieri hanno terminato il loro mandato e rientreranno nelle proprie Regioni. Il nostro Direttore Sanitario cercherà di ottenere dall’ATS  la disponibilità di altri infermieri per non chiudere questa modalità operativa che si è rivelata particolarmente efficace.

Ma veniamo ai numeri.

Fino al 30 aprile erano rientrati dalla malattia solo 2 operatori.  A partire da oggi, e scaglionati per l’intera settimana, è previsto il rientro di altri 25 . Sono dati incoraggianti, perché si tradurranno in un miglior servizio agli ospiti che avranno il conforto di rivedere volti familiari e rassicuranti. In questo  periodo hanno dovuto sopportare la sofferenza degli ambienti chiusi e, soprattutto, la pena della mancanza dei parenti, degli amici e dei volontari.

Al termine della presente settimana, dopo i rientri di cui ho detto, ci mancheranno ancora 43 operatori (di cui 7 assenti per congedo parentale), il cui rientro costituirà un’altra boccata d’ossigeno.

 Anche oggi vi scrivo dal mio luogo di ”segregazione” momentanea, dove dovrò restare ancora per pochi giorni, spero. Ringrazio per le molte testimonianze di vicinanza che mi avete fatto pervenire, direttamente o indirettamente. Ma la cosa che mi sta più a cuore non è tanto la mia personale salute, quanto quella degli ospiti. E ringrazio il Signore perché a condividere questa gerarchia di valori, oltre a noi religiosi, ci sono tutti i collaboratori laici, da quelli che hanno responsabilità elevate  fino a coloro che svolgono i servizi più umili, ma pur sempre importanti. Li ringrazio tutti, perché sono essi, attraverso la loro professionalità e la loro sensibilità umana, a rendere attuali i valori che Don Orione ha voluto mettere a fondamento di questa sua Opera.

 Alcuni ospiti mi chiedevano (prima che iniziassi l’isolamento): “Ma quando vengono i parenti a trovarci? Quando possono entrare i volontari?”.  Credo siano domande che vi ponete anche voi.

Per il momento ragioni di sicurezza e di preservazione della salute degli ospiti (ma anche vostra), ci consigliano di pazientare ancora. Alla fine la gioia dell’incontro risulterà ancora più grande.

 Siamo arrivati al termine di questa comunicazione.

Aggiungo ai miei saluti anche quelli dei superiori della Congregazione: Don Tarcisio Vieira (Direttore Generale) e Don Aurelio Fusi (Direttore Provinciale). In questo periodo oscuro ci sono stati costantemente vicini con la richiesta di informazioni, l’incoraggiamento e la preghiera, così come hanno fatto tanti sacerdoti, suore e amici che ci conoscono.  Noi facciamo l’esperienza che il nostro Piccolo Cottolengo è una famiglia. Ma questa famiglia ha confini molto grandi, che vanno ben oltre il perimetro dell’Istituto e ben oltre la città di Milano.

Con tutti vogliamo sentirci “un cuor solo ed un’anima sola”, come la Sacra Scrittura si esprime riferendosi ai primi cristiani che avevano accolto la fede in Gesù.

 A presto.

 

                                                                       Don Pierangelo Ondei, Direttore 

 

 

 

 

Lunedì 27 aprile, Ore 21

 LETTERA AI FAMILIARI e COLLABORATORI

7^ informativa su COVID-19

 

Cari amici, questa volta vi scrivo dalla quarantena nella quale mi trovo da alcuni giorni per essere risultato positivo al COVID-19. Sto bene e sono in grado di seguire quanto accade al Piccolo Cottolengo anche dalla mia stanza. Più che la segregazione mi è di peso non poter essere accanto a collaboratori e operatori in un momento così critico, nel quale i nostri ospiti hanno maggior bisogno di attenzioni e cure. Ma accetto questo piccolo dispiacere pensando a chi, invece, deve affrontare sofferenze ben più gravi a causa del virus.

Premetto ancora una volta che i nostri operatori forniscono tempestivamente comunicazioni su ogni singolo ospite alla rispettiva famiglia, nel caso vi siano sostanziali cambiamenti sul piano della salute.

 

Nella precedente informazione avevo accennato ad otto tamponi nasofaringei fatti nei reparti del Don Sterpi, a scopo cautelativo. Sette sono risultati negativi, dell’ottavo siamo ancora in attesa dell’esito.

Resto sempre nell’ambito dei nuclei RSA che, come sapete, presentavano le maggiori criticità per la presenza di un alto numero casi positivi, ma al 90% asintomatici. Sono proseguite in questo periodo le cure specialistiche concordate con l’equipe del Prof. Massimo Galli dell’Ospedale Sacco.  Passando in rassegna i vari nuclei, devo segnalare che al Suor Barbara 1 abbiamo un’ospite da tempo in grave sofferenza che viene curata con particolare attenzione. Accanto a questa notizia preoccupante, sono lieto di darne una positiva: è tornata dall’ospedale un’ospite che avevamo inviato tre settimane fa. Sta bene ed è negativa al test.

Questa sera, su espressa richiesta dei figli, abbiamo inviato al pronto soccorso per problemi respiratori un’ospite del Suor Barbara 2. Le altre persone sono nelle loro ordinarie condizioni di salute. La stessa cosa si può dire del nucleo Montini, anche se qualche giorno fa abbiamo avuto un caso di tosse poi rientrata.

Veniamo ai due nuclei del Mater Dei. Abbiamo inviato due ospiti in ospedale, uno da tre settimane e l’altra da pochi giorni. La speranza è che possano ricevere cure con l’ausilio di apparecchiature più adeguate rispetto a quelle a nostra disposizione. Tutte le altre persone dei due reparti non presentano criticità particolari.

Anche al Suor Marziana la situazione pare sotto controllo. Un solo caso, non grave, viene al momento trattato con ossigenoterapia a basse dosi. Tutti gli altri ospiti sono in buone condizioni.

Nel reparto dedicato alla Riabilitazione la situazione è buona. Nessun paziente rivela innalzamenti di temperatura o dispnea. Oggi è stato fatto a tutti un prelievo tramite tampone. Giovedì (a distanza di due giorni, secondo le nuove norme) ne verrà fatto un altro. I pazienti che risultassero negativi potranno rientrare in famiglia.

 

Veniamo alle notizie sui nuclei RSD e CSS.

Al Don Zanichelli i tamponi fatti la settimana scorsa hanno segnalato la presenza di tre soggetti positivi. Sono asintomatici e comunque sono stati posti in isolamento.

Al Suor Ada giorni fa una ragazza era stata trovata positiva al test, di conseguenza sono stati fatti i tamponi a tutte le altre ospiti. Siamo in attesa di conoscere gli esiti. Al momento in cui parte questa lettera le ragazze sono in buona salute, ad eccezione di una che presenta febbre. Domani le rifaremo il tampone.

Al nucleo Bassetti 1, in seguito alla presenza di alcune febbri, avevamo ottenuto dall’ATS di poter avere dei tamponi da somministrare. Tre erano risultati positivi. Ora ne è stato fatto un altro a tutti gli ospiti per verificare eventuali variazioni.  Anche in questo caso siamo in attesa degli esiti.

Fortunatamente la possibilità di fare tamponi ci è stata data anche per i nuclei Bassetti 2 e Don Masiero. Due ospiti sono risultate positive (una asintomatica e l’altra con sintomi lievi) e sono state messe in isolamento.

Un grande lavoro che andrà fatto, appena avremo una visione completa della situazione, sarà quello di creare nuclei  per soli COVID-19 positivi, separandoli da quelli negativi. Avremo così maggiori garanzie di contenimento della contagiosità. E’ chiaro che questo necessiterà il trasferimento di un certo numero di ospiti da un reparto ad un altro, creando ad essi non poco disorientamento. Ma in questo momento è l’unica scelta praticabile a loro difesa.  

A proposito di disagi non solo fisici, voglio segnalare che la nostra psicologa, dottoressa Barbara Pozzoli, sta svolgendo un prezioso lavoro di supporto telefonico con ospiti, operatori e familiari.

 Veniamo ora ad informazioni che riguardano gli operatori. Purtroppo un paio sono ancora in terapia ospedaliera. Non stanno male, ma non sono ancora pronti per la dimissione.

Per gli altri assenti (ad oggi sono 76), l’ATS ha cominciato a fare i tamponi di verifica per un possibile rientro al lavoro. Ne ha fatti 7. Da mercoledì scorso, il nostro istituto ha avviato una forma di collaborazione particolare con l’ATS: 2 infermieri della Protezione Civile, su mandato dell’ATS,  vengono accompagnati, a turno, dai sacerdoti della parrocchia al domicilio degli operatori per effettuare la prova tampone. Questa nuova modalità ci ha consentito di fare altri 30 tamponi.

C’è da precisare che le nuove disposizioni richiedono di programmare un doppio tampone (il secondo a distanza di 48 ore dal primo) e, successivamente, di raccogliere il parere positivo del Medico Competente o di attendere l’esito della visita nei casi di contagio accertato. Se questa procedura da una parte offre buone garanzie circa lo stato di salute dell’operatore, dall’altra parte allunga i tempi della ripresa del lavoro.

In ogni caso sono  rientrati dalla malattia alcuni operatori ai quali diamo il bentornato, nella speranza che siano presto affiancati da altri. Molti hanno espresso il desiderio di tornare presto in servizio, se i tempi si prolungano non dipende dalla loro volontà.

Un’esigenza importante è quella di conoscere la situazione di tutti gli operatori, non solo di quelli che rientrano dalla malattia. Per ora le scelte del Servizio Sanitario Regionale non consentono di avere tamponi per tutti. Speriamo che questa limitazione sia presto superata. Ciò andrebbe a beneficio di ciascun operatore e consentirebbe di avere un elemento in più per contrastare la diffusione del virus.

 Nelle settimane scorse sono arrivati molti riscontri positivi da parte di voi familiari sulle comunicazioni che vi pervengono attraverso queste lettere. Avete potuto conoscere così i problemi che stiamo affrontando ed il grande impegno profuso per difendere i nostri ospiti. Anche gli operatori apprezzano la scelta fatta di una informazione costante e trasparente.

Da parte mia posso dire che questo stile risponde agli insegnamenti di Don Orione  sullo “spirito di famiglia” che deve sempre qualificare le sue fondazioni. Per noi la famiglia del Piccolo Cottolengo è variegata: ospiti, parenti, operatori, volontari, religiosi. In una famiglia le difficoltà non si nascondono, si condividono e si affrontano insieme. E’ quello che abbiamo voluto fare fin dall’inizio.

 Affido il lavoro e l’impegno di tutti alla Divina Provvidenza della quale ci sentiamo figli anche in questo tempo di prova.

 Un cordiale saluto a tutti.

 

                                                       Don Pierangelo Ondei, Direttore

 

 

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