Cari amici, le notizie che giungono quotidianamente dai mezzi di informazione sulla situazione delle strutture per anziani e disabili sono causa di grande sofferenza per tutti noi, ed aumentano anche il senso della nostra impotenza davanti ad un nemico invisibile, che entra in casa senza chiedere il permesso e senza far rumore.

Sono certo che anche da parte vostra si è ingenerata una certa inquietudine e vi ponete tante domande su come stanno andando le cose qui al “Don Orione”. Cerco quindi di darvi qualche aggiornamento rispetto alla lettera che vi ho scritto il 24 marzo.

Fin dall’inizio dell’allarme giunto dalle autorità governative e regionali ci siamo mobilitati per porre in atto tutte quelle procedure di prevenzione che venivano richieste. Tra queste anche lo stretto controllo degli operatori che prestavano servizio all’istituto. Abbiamo sollevato dall’impegno lavorativo persone che si presentavano anche con solo un paio di linee di febbre. Ma questo non è stato sufficiente per escludere qualsiasi rischio, perché le persone asintomatiche sfuggono alla verifica della temperatura. 

Da un paio di giorni siamo stati informati che a 3 nostri dipendenti, temporaneamente in malattia,  è stata diagnosticata l’infezione da coronavirus. Ad essi auguriamo una pronta guarigione.

Per quanto riguarda le nostre ospiti, una di esse, del nucleo Bassetti 1, è stata ricoverata l’altro ieri all’ospedale per febbre e improvvisa difficoltà respiratoria. Gli è stata riscontrata l’infezione da COVID-19. Gli altri ospiti del nucleo, al momento in cui vi scrivo, stanno tutti bene, con un’unica eccezione per sintomi febbrili oscillanti tra poche linee e i 38°.

Altra invece la situazione nei nuclei Montini, Suor Barbara 1, Suor Barbara 2 e Mater Dei. Qui abbiamo avuto negli ultimi giorni una ventina di persone con febbre (da 37,2° a 38°). Tre di esse, con difficoltà respiratorie, sono state inviate in ospedale. Ad una è stata diagnosticata una polmonite e rimandata in istituto. Altre due sono state trattenute. Di una c’è stata comunicata la positività al coronavirus, dell’altra attendiamo ancora risposta. 

Questi nuclei sono stati subito isolati e disinfettati da operatori di una ditta specializzata. Negli altri 7 nuclei dell’Istituto gli ospiti sono tutti nelle loro condizioni ordinarie di salute.

Stiamo combattendo questa lunga ed estenuante battaglia con tutte le nostre forze e tutti i mezzi a noi disponibili, nella speranza di limitare i danni.

Molti operatori sono a casa in malattia o in via precauzionale. Stiamo lavorando sotto organico e chi opera in queste condizioni di stress e preoccupazione quotidiana merita un grande plauso.

Fino al momento in cui vi scrivo non abbiamo avuto nessun decesso collegabile al coronavirus.

Mi auguro che questo dato sia confermato per il futuro, ma il timore che il virus possa fare anche qui delle vittime è alto e ci tiene in ansia.

 Voglio concludere con le parole che Papa Francesco ha pronunciato venerdì sera nella grande preghiera solitaria in una Piazza San Pietro vuota:

“Quanta gente esercita ogni giorno pazienza e infonde speranza, avendo cura di non seminare panico ma corresponsabilità”.

E’ quanto vogliamo fare anche noi!

 Intanto continuiamo anche a pregare il nostro santo Fondatore Don Orione, che protegga dall’alto la sua opera e ci dia una mano a difendere le persone più deboli che lui ha sempre prediletto con un amore speciale.

 A tutti un cordiale saluto.

 

                                                                     Don Pierangelo Ondei - Direttore

 

 

Cari amici,
     è superfluo sottolineare il momento di gravissima difficoltà  che attraversa il nostro paese a causa del diffondersi del COVID 19. Molti altri paesi ne sono colpiti anche se in forma, per ora, meno pesante. La parola pandemia ci fa paura, e a ragione!
Sappiamo che la Lombardia è la regione più gravemente colpita. Così come siamo informati  che le istituzioni come la nostra, dove vivono i soggetti più deboli a causa dell’anzianità o per qualche forma di disabilità, sono maggiormente esposte ad esiti dolorosi in caso di infezioni da coronavirus.
Ascoltiamo con grande sofferenza le notizie che ci giungono circa i numerosi decessi in case di riposo del territorio lombardo. Ci rattrista profondamente pensare a questi anziani e ai loro familiari che non hanno nemmeno potuto offrire il loro conforto nel momento supremo del distacco da questo mondo.
Sono certo che anche voi che mi leggete, provate i medesimi sentimenti di compassione e partecipazione emotiva, oltre che di timore, pensando che una tale infausta evenienza possa toccare anche a voi.
Credo che vi interroghiate su com’è la situazione al Piccolo Cottolengo.
Provo a darvi alcune informazioni essenziali.
Fin dall’inizio del manifestarsi del problema ci siamo scrupolosamente attenuti a tutte le ordinanze e ai consigli che provenivano dalle autorità competenti, nazionali e regionali. Dapprima meno rigide e, successivamente, sempre più stringenti. Abbiamo applicato minuziosamente le direttive: sanitarie, igieniche, comportamentali al fine di evitare un possibile contagio in istituto.
Una delle decisioni più dolorose è stata proprio quella di isolare l’istituto vietando l’ingresso persino ai parenti.
Penso che quanto abbiamo messo in atto qui al “Don Orione” sia stato fatto anche nelle altre case di riposo e nelle comunità per persone disabili. Come sappiamo però non ovunque le misure preventive hanno ottenuto il risultato sperato.
Fino ad oggi qui al Piccolo Cottolengo non abbiamo la percezione che vi siano casi di COVID 19, né tra gli ospiti né tra il personale. Ma voglio ripeterlo: non si tratta di una certezza bensì di una percezione, … oltre che di una speranza!
Una dozzina di ospiti, su 306, presentano esclusivamente sintomi febbrili, ma non sono quelli tipici del coronavirus, come l’insufficienza respiratoria.  E’ chiaro che i parenti di queste persone sono costantemente informati  sulla situazione del loro caro. Per questi ospiti è stato messo in atto l’isolamento e sono state prese misure igienico-sanitarie adeguate. Avendo avuto risposta negativa sulla possibilità di poter procedere ad un tampone, il direttore sanitario, Dottor Marvasi, ha predisposto un iter diagnostico  con esami di laboratorio ed RX del torace  da effettuare qui, a domicilio.
Tra le difficoltà che stiamo vivendo vi è quella di qualche assenza tra le file del personale. Questo  è dovuto  al fatto che non può prendere servizio chi presenta anche poche linee di febbre o ha avuto contatti recenti con persone sospette di coronavirus.
Un’altra grave difficoltà a cui dobbiamo fare fronte è la scarsità dei presidi di sicurezza individuale per gli operatori (mascherine chirurgiche, occhiali, guanti monouso, visiere, ecc.). Le nostre tempestive e reiterate richieste rivolte alla Protezione Civile e all’ATS non sono state soddisfatte. Evidentemente il paese, e il pur virtuoso sistema sanitario lombardo, non erano per nulla preparati ad un’emergenza di questo genere. Speriamo che le promesse di ricevere presto i presidi necessari trovino conferma a breve.
A questo punto voglio ringraziare proprio loro, gli operatori del Piccolo Cottolengo che, pur in condizioni così difficili e persistenti nel tempo, continuano a prestare il loro servizio con professionalità ed abnegazione, svolgendo turni più lunghi e perciò più stressanti. Penso che la crisi che stiamo vivendo abbia come risvolto positivo l’emergere in tante persone della loro parte migliore, che è fatta di generosità, altruismo e spirito di sacrificio. Grazie per tutto questo!
A voi familiari dico che comprendo la vostra sofferenza nel non poter essere vicini ai vostri cari, specialmente in un periodo così delicato, nel quale avrebbero maggior bisogno della vostra presenza. Afflizione reciproca, che provano anche loro nel non godere delle vostre consuete visite, non poter vedere i vostri volti, ascoltare le vostre parole. Per mitigare il senso di solitudine e di isolamento, i nostri operatori si sono resi disponibili a promuovere contatti telefonici e videochiamate tra gli ospiti e voi parenti. Su questa disponibilità potrete ancora contare.
Riassumendo: la situazione per il momento al Piccolo Cottolengo è difficile per i motivi che vi ho esposto, ma non grave. Spero che continui così anche per il futuro.
Se abbiamo avuto l’avvedutezza di applicare tutte e subito le disposizioni che ci venivano dalle ordinanze governative e regionali il merito va ai miei più stretti collaboratori che costituiscono l’ Equipe di Direzione. La loro professionalità non sarebbe bastata. Ci voleva qualcosa di più, come l’attaccamento al nostro istituto, che, tradotto in altre parole, significa l’attaccamento  agli ospiti che ci sono affidati.
Io, con gli altri sacerdoti e le suore, in ragione della nostra fede, preghiamo in maniera particolare per poter superare questo periodo oscuro. A questa preghiera si unisce anche quella dei nostri ospiti e di molti operatori che condividono la nostra fiducia nella Provvidenza di Dio. Per resistere alla pandemia ci vorrà tutto l’impegno di noi uomini, non possiamo aspettare un miracolo dall’alto. Ma il miracolo a cui stiamo già assistendo è quello del moltiplicarsi della generosità, della pazienza, dello spirito di sacrificio. Don Orione, che era devotissimo della Divina Provvidenza, aveva chiara la coscienza che Essa agiva facendo uso del suo cuore grande e delle sue mani instancabili.
E’ quello che ancora oggi chiediamo al Signore quando preghiamo.
A tutti voi un cordiale saluto e l’augurio di poterci incontrare al più presto.                                                           

                                                                                                                                                 Don Pierangelo Ondei
                                                                                                                                                         Direttore

 

In questo periodo anche le celebrazioni religiose e i momenti di preghiera proposti al Piccolo Cottolengo sono sospesi. 
Tuttavia, i mezzi per riunirsi spiritualmente e per ricordare i nostri cari non mancano, anche grazie alle proposte della CEI (Conferenza Episcopale Italiana) che ci aiutano a "fare rete" e "non lasciarci mai soli".

Condividiamo il pensiero di Suor Veronica Donatello, Responsabile del Servizio Nazionale per la Pastorale delle Persone con disabilità:

Carissimi amici,
vi scrivo in questo tempo di prova e di difficoltà per la tutti. La Chiesa Italiana vuole dare segni di speranza e di costruzione del futuro.
Sappiamo le difficoltà che vivono le stesse persone con disabilità e le loro famiglie venendo a mancare vari servizi e supporti. A partire dal presente più che soffiare sulla paura, più che attardarci sui distinguo, più che puntare i riflettori sulle limitazioni e sui divieti del Decreto, la Chiesa tutta sente una responsabilità enorme di prossimità al Paese.
Due parole mi tornano nel cuore pregando “prossimità e accompagnamento” per combattere il germe della solitudine e della paura.

Per questo la CEI ha pensato dei segni di speranza. 

  1. È da oggi on linehttps://chiciseparera.chiesacattolica.it, ambiente digitale che raccoglie e rilancia le buone prassi messe in atto dalle nostre diocesi realtà ecclesiali offre contributi di riflessione e approfondimento, condivide notizie e materiale pastorale.
  2. Inoltre promuove un momento di preghiera per tutto il Paese, invitando ogni famiglia, ogni fedele, ogni comunità religiosa a recitare in casa il Rosario (Misteri della luce), simbolicamente uniti alla stessa ora: alle 21 di giovedì 19 marzo, festa di San Giuseppe, Custode della Santa Famiglia. Alle finestre delle case si propone di esporre un piccolo drappo bianco o una candela accesa. TV2000 (canale 28) offrirà la possibilità di condividere la preghiera in diretta.
  3. Su Tv2000 (canale 28) da sabato 14 marzo alle 19.00 Messa prefestiva in Lingua dei Segni (LIS) in diretta con il Card. De Donatis dal Santuario del Divino Amore.

Raccomandandovi la massima prudenza, vi chiedo di mettere in atto “gesti di creatività e prossimità” mediante questi strumenti. Per ogni necessità non esitate a contattarmi via mail. Aspetto le vostre condivisioni!
Nell’attesa che tutti presto ci si possa riabbracciare, uniti nella preghiera e prossimi.

Suor Veronica Donatello

 

 

 

Si comunica che, a seguito delle restrizioni attuate per far fronte all'emergenza sanitaria in corso, anche l'apertura al pubblico del Servizio Sociale
del Piccolo Cottolengo Don Orione subirà delle modifiche.

Per le il mese di marzo, PER LA PRESENTAZIONE DI DOMANE DI INGRESSO o PER QUALSIASI INFORMAZIONE RELATIVA ALL'INSERIMENTO DEGLI OSPITI IN STRUTTURA
sarà infatti possibile contattare le Assistenti Sociali SOLO TELEFONICAMENTE o VIA E-MAIL   nei seguenti giorni:

17 MARZO

20 MARZO

24 MARZO

27 MARZO

Il servizio sarà garantito dalle ore 9:00 alle ore 13.00 e dalle ore 14:00 alle ore 17:00

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
02.4294406

 

 

 

 

 

In riferimento alle normative restrittive contenute contenute nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri entrato in vigore l'8 marzo 2020, si comunica che, anche l'evento "Viviancora", Convegno sulla disabilità acquisita in programma per il prossimo 3 aprile è sospeso e rimandato a data da destinarsi.

 

 

 

 


Per disposizioni dell’ Autorità Ministeriale
( DPCM del 4  Marzo 2020 )

A  TUTELA DEI NOSTRI OSPITI

L’ accesso in Istituto  è  VIETATO  a :


PARENTI
VOLONTARI
BADANTI
VISITATORI


ad eccezione di “soli casi” autorizzati dalla Direzione Sanitaria

Milano 5 Marzo 2020


La Direzione
 

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